Lasciata Salamanca, partiamo alla volta della regione dell’Estremadura. Prima però di scoprire questa nuova parte della Spagna, decidiamo di fare un pit stop a Guijuelo, uno degli ultimi comuni della regione Castiglia Leon. Lo so che non ne avete mai sentito parlare, nemmeno io in realtà ero ferrata sull’argomento. Ma è bastato leggere “Jamon Iberico” per decidere che questo piccolo paesino meritava una sosta. In pratica a Guijuelo ci sono più salumifici che persone. Alcuni di questi offrono visite guidate con degustazione finale. Sono stata molto indecisa sul fare la visita guidata o meno, ma alla fine mi sono resa conto che, più che la mia sete di sapere, desideravo soddisfare la mia fame di prosciutto, così abbiamo optato per il salumificio Alma de Iberico. Si tratta di un piccolo, ma carino, punto vendita, dove è possibile fare una degustazione di salumi ed acquistare tanti prodotti. Con 12 € ci sono stati portati 3 piatti di diversi di salumi (Jamon Serrano, Lomo, Chorizo), con pane e un calice di vino. Io poi venivo da 2 giorni di riso in bianco e fette biscottate, per cui potete immaginare quanto abbia apprezzato! Alla fine siamo usciti dal negozio con 2 bottiglie di vino, 1 confezione di salumi misti ed una crema al formaggio.
Con la pancia piena, o come si dice dalle nostre parti con lo stomaco “impuntato”, lasciamo la Castiglia Leon per addentrarci nell’Estremadura. Per chi come me viene dalla Calabria è stato un po come sentirsi a casa. Mancava solo il mare, ma per il resto, paesaggisticamente parlando, assomiglia molto al sud Italia. Selvaggia e, a tratti, arida come la mia terra, ci ha regalato una giornata di sole spettacolare. La nostra prossima tappa è Cáceres, con la sua parte vecchia dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Cáceres mi piace subito, innanzitutto perché è una delle tappe della Via della Plata, il Cammino che da Siviglia porta a Santiago de Compostela, e che prima o poi percorrerò anch’io; secondariamente perché ci troviamo un’atmosfera splendida. Sono circa le 3 del pomeriggio, e nelle viuzze che portano al centro storico troviamo tanta gente che sorseggia una birra o un cocktail approfittando di questa giornata quasi primaverile. Certo, non oso immaginare in che condizioni saranno questi all’ora dell’aperitivo, ma di fatto il loro vociare allegro e rilassato mette di buon umore e fa davvero venire voglia di tornare a Cáceres. La piazza principale e la parte storica sono poi davvero belle e molto ben tenute. Mentre passeggiamo per le viuzze di ciottoli, sopra un palazzo vediamo addirittura un pavone che sembra essere molto a suo agio. In quel momento, lo spirito di una giapponese che scatta foto in Piazza Duomo a Milano si impossessa di me e, per la gioia di mio fratello, passo almeno 20 minuti a fotografare il pavone.
Lasciato il pavone al suo destino cerchiamo di visitare il Museo de Cáceres, dove sono esposte, tra gli altri, delle opere di Picasso e Mirò, ma sfortunatamente è chiuso, per cui ci fermiamo giusto in un negozio a comprare il famoso formaggio Torta del Casar e ripartiamo in direzione Merida.
Merida è una città romanica, che ha come biglietto da visita il suo splendido Teatro Romano. Essendo il fiore all’occhiello della città ci dirigiamo subito verso il Teatro.
Seduta sugli scalini del Teatro Romano mi travolge quella sensazione che io definisco linfa vitale; quella che cerco in ogni viaggio. Quel mix di meraviglia e gratitudine che mi emoziona dalle dita dei piedi fino alle punte dei capelli. Sarà che siamo al tramonto, il momento della giornata che preferisco (non solo “fotograficamente”); sarà che ho tanta speranza nel cuore, sarà il colpo d’occhio del teatro e la forza della storia che mi pervade, ma mi ritrovo a pensare a quanto io sia fortunata! Io non so se a voi capita, ma io ve lo auguro davvero, perché è una sensazione meravigliosa!
Lasciata Merida ci dirigiamo verso la nostra ultima tappa di oggi, ovvero Monesterio. Lo so che il nome non vi dice nulla, tranquilli. Ma è stata una scelta strategica. L’idea, infatti, era quella di avvicinarci il più possibile a Siviglia, senza però dover guidare per ore e ore, cercando un paesino dove poter alloggiare ad un buon prezzo. Finiamo così all’hotel Leo, un 3 stelle che ha poco da invidiare ad un 4 stelle, ad un prezzo super conveniente: 22 € a testa in camera doppia con bagno privato, letto comodissimo e set di cortesia. Super consigliato!
Essendo abbastanza provati ci riposiamo un po prima di andare alla ricerca della cena. Guardando su Tripadvisor veniamo incuriositi da Honky Tonk Taberna Extremeña. Il posto sembra carino, le recensioni buone, per cui ci rimettiamo in macchina per percorrere i pochi chilometri che ci separano dal ristorante; non è pigrizia, è il freddo! D’altronde è comunque il 30 di dicembre! Fatichiamo un po a trovarlo, perchè l’ingresso si trova su una via esclusivamente pedonale, m alla fine ce la facciamo. Quando arriviamo in ristorante sono le 20:30 circa, ma considerando gli orari spagnoli, siamo gli unici clienti. Ordiniamo dei piatti di carne ed è tutto buono. Unica pecca le porzioni, non proprio generose!
Salutiamo così l’Estremadura, ma non è un addio, solo un arrivederci. La via della Plata prima o poi ci farà tornare da queste parti.