Appena rientrati da un viaggio si hanno talmente tante cose da raccontare che si corre il rischio di perdersi tra i ricordi appena vissuti. Per questo il mio racconto sarà a puntate. E ovviamente, quando si racconta una storia bisogna sempre partire dall’inizio.
Il mio viaggio è iniziato il 29 dicembre da Lamezia Terme, con un aereo Ryanair diretto a Madrid. Dopo quasi 3 ore di volo, sembrate infinite, arriviamo così nella capitale spagnola. Io inizio sin da subito ad aver voglia di respirare in un sacchetto per l’ansia: il nostro volo, infatti, è atterrato alle 21:30 circa, dobbiamo trovare l’autonoleggio, ritirare l’auto e farci 2 ore di macchina fino a Salamanca. Capite bene che arrivare al terminal più lontano del pianeta non aiuta la mia serenità. Camminiamo, usciamo, rientriamo finché alla fine ci mettiamo pazientemente in coda al banco della compagnia FireFly (prenotazione effettuata tramite il sito Rentalcars). In servizio c’è una ragazza molto veloce e un ragazzo che sembra tutto tranne che sprint. Ovviamente noi becchiamo il ragazzo, che ve lo dico a fare. Dopo una telefonata che nemmeno Lopez ai tempi della pubblicità Telecom, inizia ad occuparsi di noi parlando in un inglese che fatichiamo a capire. Sarà la stanchezza, la fame o la patata che lui ha ingoiato da piccolo, ma dobbiamo chiedergli di ripetersi più volte. Alla fine ce la facciamo. Prendiamo le chiavi, mangiamo un panino e alle 23 lasciamo l’aeroporto di Madrid in direzione Salamanca.
L’impatto con le autostrade spagnole è molto positivo, troviamo subito la strada corretta (Dio benedica il roaming gratuito) e ci immettiamo su queste strade da 5 corsie. Passato il primo tratto con pedaggio (circa 8,70 €) prendiamo una strada a senso di marcia unico più dritta dei miei capelli piastrati. La strada è talmente noiosa che ad un tratto ci diamo il cambio alla guida per non correre il rischio che uno dei due si addormenti. Alla fine all’una arriviamo a Salamanca. Troviamo un parcheggio pubblico a pagamento e andiamo in hotel. Si tratta di una pensione ben collegata al centro Hotel Residencia Castellano I (raggiungibile a piedi) e di una qualità – prezzo ottima. Paghiamo 16,50 € a testa per una notte, per una camera pulita con bagno privato e dotata di tutti i comfort. Certo il mobilio sarebbe un attimo da rivedere ed il materasso non è proprio in memory foam, ma per noi va più che bene. Il ragazzo alla reception ci da anche tutte le indicazioni utili per l’indomani.
L’indomani mattina cerchiamo di svegliarci presto e già alle 8:30 siamo in giro. Cerchiamo subito un posto dove fare colazione, e mentre seguiamo le indicazioni per un caffetteria trovata su Tripadvisor, ci troviamo ad attraversare Plaza Mayor, dove al centro sono state installate delle luminarie enormi che formano 2 grandi pacchi regalo all’interno dei quali è possibile camminare. Ci rammarichiamo per non averla potuta ammirare di notte, e proseguiamo. Arriviamo cosi al Bar/Ristorante Mandala, un posto centralissimo e carino. Le cameriere non sono un mostro di simpatia e sorrisi, ma non abbiamo nulla da ridire.
Dopo esserci rifocillati iniziamo così il nostro tour. Partiamo dall’Università di Salamanca, precisamente dalla sua facciata in Plaza Patio de Escuelas Menores 1, dove si “nasconde” la famosa Rana di Salamanca. La leggenda vuole che chiunque riesca a scorgerla si laureerà con profitto (per i laureandi) o si sposerà entro l’anno per i single. Io per far contenta mia nonna ci ho provato, giuro! Ma niente, alla fine abbiamo desistito e abbiamo chiesto un “piccolo aiuto” al nostro “amico Google”. Chiunque sia riuscito nell’impresa senza aiuto, ha tutta la mia stima. Ovviamente non spoilero, ma posso dirvi che non è semplice!
A seguire visitiamo la Cattedrale Nuova e Vecchia. In pratica sono attaccate e collegate dall’interno da un portoncino di legno, che ha catturato la mia attenzione per la conchiglia posta sulla maniglia. Inutile dirvi che la Cattedrale Vecchia è più vecchia di quella nuova, giusto? Comunque la cosa che più ho amato di questo posto sono state le enormi porte rosse della Cattedrale Nuova, oltre che la facciata dalle decorazioni “fantasiose”, ci trovate perfino un astronauta.
Subito dopo la cattedrale ci dirigiamo verso La Casa de las Conchas, un edificio costruito da uno dei cavalieri dell’ordine di San Giacomo, e per questo motivo, decorato esternamente con delle conchiglie. Oggi è la sede della biblioteca pubblica.
Mentre torniamo verso l’hotel per recuperare la macchina ripassiamo per Plaza Mayor e ci concediamo anche il tempo di vagare per la città in cerca di un po’ di street art. La nostra prima tappa non ci ha per nulla delusi, anzi, non ha fatto che aumentare la nostra voglia di esplorare e vedere ancora di più di questa splendida nazione.
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