Ci hanno detto che andrà tutto bene, ma anche che niente sarà più come prima. È solo che a volte le due cose mi sembrano inconciliabili.
Come andrà tutto bene se non potremo più abbracciarci all’improvviso, per una parola carina detta, per una battuta che ci ha regalato un sorriso, oppure semplicemente per dirci che ci vogliamo bene? Perché a volte un abbraccio vale più di mille parole.
Come andrà tutto bene se non potremo ballare spalla a spalla ai concerti?
Come andrà tutto bene se non potremo più dormire tutti insieme sotto lo stesso tetto, in quelle camerate lungo il cammino?
Come andrà tutto bene se non potremo viaggiare, scoprire il mondo, confrontarci con altre culture?
Come andrà tutto bene se non potremo più vedere i nostri sorrisi coperti da una mascherina?
Mi sono chiesta tutte queste cose. Mi sono chiesta se era ancora tutto così bello, se la vita era ancora meravigliosa come l’ho sempre vista. E alla fine la risposta è stata sì.
Perché in questi giorni tristi ho continuato a vedere bellezza. L’ho vista negli occhi di mia nonna che batte le mani a Giorgia. L’ho vista in Giorgia nei suoi giorni di continua scoperta. L’ho vista negli occhi dei miei genitori, che “stiamo bene ed è questo l’importante”. L’ho vista negli occhi di ragazzi e ragazze che vogliono rendersi utili, che “si rischiamo ma stiamo attenti”. L’ho vista in una busta appesa ad un cancello. L’ho vista nelle videotelefonate a Cristel e Anto, nei loro “quando possiamo venire a casa tua?”. L’ho vista nei sorrisi dei miei amici lontani, che “meno male che c’è la tecnologia”. L’ho trovata dentro di me. Ho trovato una riserva di bellezza considerevole. Stava lì per le emergenze.
Eh niente, credo sia il momento di utilizzarla.