E’ il mio ultimo giorno di cammino in solitaria. La mia Palermo – Messina per le montagne finisce oggi a Gangi. So per certo che la completerò, ma per quest’anno finisce qui. E anche se domani troverò ad aspettarmi a Palermo Maurizio e Alessio per una nuova avventura, sono triste lo stesso. Quando percorri un cammino, ti diverti a farlo, conosci gente meravigliosa, vedi paesaggi bellissimi, e stai bene con te stessa è inevitabile non avvertire la malinconia dell’arrivo. Ho comunque un ultima tappa in solitaria per metabolizzare tutte le mie emozioni, per cui mi sveglio presto, mi preparo e vado in cucina a fare colazione, seguendo le indicazioni di Santo.
Appena entro in cucina scopro di non essere da sola. In uno dei tavoli presenti c’è una bella signora con una ragazza (avrà qualche anno in più di me, e si la chiamo ragazza. Perché le ragazze di spirito le riconosci subito). La signora guarda incuriosita il mio zaino e, come tanti altri, mi chiede dove sto andando e con chi sono. Le racconto della mia avventura iniziata una settimana fa e lei mi sorride con ammirazione. Non mi dice che sono pazza e di non farlo più, mi dice “che brava!”. In men che non si dica stiamo chiacchierando di tutto. Scopro così che è di Aragona e le racconto della Magna Via Francigena. Dopo più di 20 minuti la figlia ci interrompe, per loro è ora di andare, ed effettivamente anche per me. Ci salutiamo con affetto, e prima di andare via la signora mi dice “Promettimi che la prossima volta che passi da Aragona mi vieni a trovare e ci prendiamo un caffè”. Così mi da il suo indirizzo. Io glielo prometto, mi segno l’indirizzo sul cellulare e mi vien già voglia di tornare ad Aragona. Anche oggi non sono riuscita a partire presto, ma anche oggi ho ascoltato una nuova storia e ho abbracciato una nuova amica.
L’incontro a colazione mi fa dimenticare un po la mia malinconia, così parto bella felice e pimpante. Nei 13 chilometri circa che mi separano da Gangi, cammino in mezzo all’erba alta, attraverso un fiumiciattolo e mi fermo a sgranocchiare biscotti all’ombra di grande albero, con accanto un fontanile. Insomma non ho fretta, e mi godo la mia ultima tappa in solitaria. La malinconia torna a trovarmi non appena in lontananza mi appare Gangi. Ovviamente è arroccata su una collina e, ovviamente, il mio B&B è nel centro storico che sta sul “pizzo” della suddetta collina. Il proprietario del B&B Giovanni, se è offerto di venirmi a prendere ai piedi del paese, ma il mio lato talebano è tornato dalle ferie e ha dato di matto, motivo per cui ho rifiutato.
Eppure quando inizio a salire lungo i vicoletti di Gangi, capisco l’offerta di Giovanni. Sarà che sono quasi arrivata, sarà che è l’ultima tappa, sarà il caldo ma arrivo in cima al borgo in condizioni pietose. Prima di entrare nel negozio della moglie di Giovanni, mi tocca fermarmi 5 minuti a rifiatare. Così, tutta sudata, entro in questa deliziosa “putia” (il B&B, infatti, si chiama “Casa e Putia”) che vende cose carinissime. Mentre aspetto che lei prenda le chiavi mi guardo intorno e so già che tornerò a comprare qualcosa. Per il momento però la priorità è una sola: la doccia!
La mia camera è piccolina, ma signori gode di una vista pazzesca! Appena rimasta sola mi metto subito all’opera. Gangi mi sembra bellissima, senza contare il fatto che sto morendo di fame, per cui non vedo l’ora di uscire. Una volta fuori mangio un rustico seduta sulla piazza principale, dove scopro di aver beccato la Notte Bianca, e indovinate un po? La mia finestra è vicina al palco posto in piazza. Si prospetta una lunga notte. Ciò nonostante sono felice. E poi Gangi è bellissima. Cammino per i suoi vicoletti, torno alla “putia” di Giovanni e sua moglie e compro alcune cosette. Finché non ho la malaugurata idea di scendere giù in fondo a chiedere informazioni per il mio pullman. Risalire è una faticaccia, anche senza zaino. Quando andrete a Gangi ricordatevi che ad ogni discesa corrisponde sempre una salita.
La sera arriva accompagnata da una luce tenue che sembra magica. Faccio un giro per bancarelle e attività commerciali. Entro anche in una chiesa sconsacrata dove è stata allestita una mostra di abiti antichi, e lì trovo ancora Giovanni, che mi racconta della sua famiglia e dei loro pellegrinaggi e che mi fa sentire incredibilmente a casa. Dopodiché mi metto in coda per un classicissimo panino con la salsiccia e birra. Mangio seduta sui gradini di un palazzo e respiro a pieni polmoni l’aria di festa e di estate che si respira. Poi, quando la stanchezza prende il sopravvento, me ne torno in camera, apro la finestra e provo ad addormentarmi nonostante i rumori e la musica. Ho immaginato tanto questo viaggio, ma non sarei comunque riuscita ad immaginarmi tutta questa bellezza. Sono partita con molte paure e tante speranze. Torno a casa con più coraggio e con tanta felicità nel cuore.